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mercoledì 25 gennaio 2012

GARMIN FORERUNNER 305

Post Tecnico:
Per i possessori del Garmin Forerunner 205-305, visto che è già accaduto a qualcuno che il dispositivo non dia più segni di vita, praticamente non si accende e non c'è modo di riattivarlo, c'è questa soluzione che potrebbe farlo resuscitare:

  1. Premere contemporaneamente il tasto mode e reset.
  2. Premere il tasto accensione e rilasciare solo il tasto reset.

Ora il Garmin dovrebbe accendersi e chiede se lo si vuole resettare. Dare ok e impostare tutti i dati come se fosse la prima volta (anche senza resettarlo dovrebbe andare e riprendere tutti i dati precedenti). Buon allenamento!!
 


venerdì 20 gennaio 2012

PRUNER'S SCISSORS

Lo sò, mi sono fissato con l'inglese, ma è bello: si imparano tanti termini nuovi. Comunque, solo per quei 2 o 3 lettori che non sono riusciti a capirne il significato, vuol dire "forbici da potatore". Ok. Va bene. Ma cosa lega questo oggetto, per lo più usato in campagna, al running? Tendenzialmente nulla se non continuate a leggere il post.
Oggi, mentre correvo per i labirintici tratturi delle campagne che circondano la mia città, tra i rumori delle motoseghe ed i fumi delle "frasche" degli ulivi secolari messi a nuovo, in compagnia di uno dei podisti più matti per la corsa che io conosca, ho urtato, con la mia sensibilissima Nimbus, una forbice da potatore perduta da qualche contadino che, stanco, non se ne sarà minimamente accorto. Impossibilitato dal restituire l'insolito attrezzo al proprietario, decido di trattenerlo. E da lì, mentre le salite cominciavano a succhiarmi gli zuccheri, comincia il labirintico percorso dei miei pensieri. Le forbici mi hanno ricordato che nella mia di campagna, ce ne sono di diverse "frasche" da potare: prima o poi ci andrò. Poi son passato a pensare che quel casuale incontro rispecchia ciò che nella mia vita reale, nel mio ambito lavorativo, stà accadendo: un grosso taglio con il passato. Per non parlare delle potature fatte di recente nelle amicizie: da tempo il mio motto è che è meglio avere un albero spoglio che un albero folto ma ricco di rami secchi. Il primo porterà frutti, il secondo solo intrecci e brutture. Inevitabilmente ho pensato anche a mio nonno, Mario: aveva un rapporto con le forbici da potatura pari a quello che ho io con il mio iPhone. Non se se separava mai!
Di colpo poi ho pensato che era meglio darci un taglio, anche perchè il mio simpatico amico cominciava a sospettare che io non lo stessi considerando, nonostante continuassi ad annuire, con quel sorriso di facciata, ad ogni suo commento.
Comunque, tornato a casa mi è toccato giocare a morra cinese con Andrea:
SA-SSO, CA-RTA FO-BBI-CE.
A questo non ci avevo pensato!

Mario Filazzola /¥\

mercoledì 18 gennaio 2012

RUNNING IN PARIS

In queste freddissime giornate invernali, davanti ai fatui fuochi del camino, la mente vaga e riprende i ricordi del proprio vissuto. E ieri, davanti al camino, ci sono stato tanto, chiuso in casa per la febbre di Andrea.  E allora mi son ricordato del viaggio fatto a Parigi lo scorso marzo. Viaggio stupendo, città assolutamente a dimensione di runner con i suoi viali infiniti, le aree verdi adiacenti le strade, i parchi divinamente curati e la grande attenzione posta in tal senso con la realizzazione di percorsi adatti. Pensate: c'era anche un servizio di AFFITTO GUIDA PODISTICA che alla modica cifra di 80 euro accompagnava, per le maggiori attrazioni e con giri programmati, il turista/runner che ne faceva richiesta: roba da americani!
Torniamo a noi: viaggio con Ryaniar e quindi poca roba da poter portarsi appresso. NATURALMENTE scarpette e abbigliamento tecnico nn potevano mancare. Dopo un tour de force (scusate il francesismo) mattutino tra Torre Eiffel, Louvre, Saint Chapelle, Notre Dame e quant'altro, alle 16:30 circa mi preparo e con il mio inseparabile iPhone ed un elenco di vie scritte sulla mano attraverso le quali avrei dovuto raggiungere un parco nei pressi dell'hotel, parto per l'avventura. Fortuntamente incontro dopo qualche isolato una runner che, seguendo a distanza, mi "accompagna" al parco designato. STUPENDO! Un laghetto al centro con una chiesa tipo abbazzia medioevale, diverse zone giochi per i bimbi, un viale segnato, comprensivo di un tratto cross, e, sulla piccola collinetta, una casetta con annesso orticello nel quale era piantato un vigneto amorevolmente curato e quasi in fiore. Praticamente un piccolo paradiso tra i palazzi della zona residenziale dove alloggiavo (mica in centro!!!!). Finita l'estasi e visto l'approssimarsi della 2^ tappa del tour, rientravo in hotel provando quella sensazione cara a tutti noi runners in questi frangenti: l'appagamento sia nel fisico che, mai come in questo caso, nell'animo.
Ops: il fuoco si stà spegnendo. Scusatemi ma corro ad alimentarlo per far si che la mente non abbondoni i meandri dove sono riposti i ricordi positivi deviando, inevitabilmente, per quelli che al sol pensarci provocano sensazioni diverse.
Mario Filazzola /¥\

mercoledì 11 gennaio 2012

REDBREAST

Spesso l'uomo, per sua natura, tende ad immedesimarsi in un animale: leone se si sente o crede forte, gazzella se si reputa veloce, volpe se ritiene d'esser furbo, coniglio quando non si sente pronto ad affrontare di petto una situazione.
Ma io credo che tutti, si proprio a tutti sarà capitato di sentirsi, o almeno desiderare di essere, come un uccello: leggero, libero, cinguettante, infreddolito o addirittura desiderare di volare.
Beh: a me, nello specifico, oltre ad aver provato sensazioni molto simili a quelle sopra riportate, è spesso capitato di sentirmi un pettirosso. Si, proprio un pettirosso e voi, amici runner, sono sicuro che riuscirete a capirne il perchè..... beata vasellina!
Mario Filazzola /¥\

martedì 10 gennaio 2012

RUN AROUND THE MOON

La luna, cosa ben nota, è sempre stata musa ispiratrice di versi e mentore dei nobili sentimenti umani sin dai tempi andati, di solito associata a malinconia, solitudine o tristezza.
"Che fai tu luna in ciel, dimmi che fai silenziosa luna, sorgi la sera e vai contemplando i deserti, indi ti posi." Beh: per imparare stà poesia (cioè stò canto http://www.leopardi.it/canti23.php), paragonabile ad una maratona per la lunghezza, ci misi ben una settimana. Ma il ricordarlo ancora oggi e soprattutto comprendene a pieno il senso, a differenza del commentino fatto all'epoca per superare l'interrogazione, la racconta lunga.
E proprio stasera mentre mi allenavo in pista, guardando su nel ciel venivo attratto da una Luna enorme e tonda. Ho continuato a scrutarla di tanto in tanto, a seguirla, alzando gli occhi al cielo, e al pari della domanda che Andrea, il mio cucciolo di 4 anni, mi fece poco tempo fa in macchina mentre eravamo sulla superstrada , mi sono chiesto: "Ma sono io che giro intorno alla luna o è lei che gira intorno a me?" e poi più in là, quando gli zuccheri continuano a calare vertiginosamente "Ma è lei che è più veloce di me o sono io che tengo il suo passo?".
Lo sò, letto così stò post mi farà passare per pazzo, ma vi assicuro che, complici la bellezza di questa astro ammaliante e la semplicità che solo i bimbi sanno propinarti, il mio allenamento è passato veloce ed in maniera inusuale: correndo intorno alla Luna.
Mario Filazzola /¥\


lunedì 9 gennaio 2012

DO UT DES

E’ inutile negarlo: è inconsapevolmente il mio motto, da sempre.
Anche inconsciamente mi rendo conto, tutte le volte, di quanto io rimanga deluso da un evento, una storia o una persona quando carico di un enfasi primordiale dono tutto me stesso per ricevere, in cambio, solo granelli eterei di una volatile polvere visibile, e solo perché attraversata dai raggi solari. Il nulla praticamente.
Ma la corsa no, non mi delude. Mi do ad essa e lei mi ricambia con una moneta più forte, con uno spread, per usare uno dei termini più inflazionati del momento, altissimo.
Prima di iniziare un allenamento, soprattutto in questi periodi di freddo intenso, mi basta indossare le Nimbus e via: tutto cambia prospettiva. Durante l’allenamento, l’alternare di passi, uno dopo l’altro al ritmo impostato,  ti rende consapevole di sembrare agli occhi dei pochi come un eroe mentre agli occhi dei  più come un alieno che invece di starsene seduto sul divano di fronte al camino, corre con il freddo e la pioggia.
Ma la parte più bella è dopo, quando, “finiti i compiti”, dopo una sana doccia calda senti le tue gambe vive, come se tanti martelletti ticchettassero tutti insieme sui muscoli affaticati per rigenerarli.
Sarò matto? Beh: meglio saperlo che crederlo, altrimenti, sono certo, ne rimarrei ulteriormente deluso.
Mario Filazzola /¥\

venerdì 6 gennaio 2012

LIMITLESS

Mi piace immaginare che esista, in qualche luogo, dell'universo, un essere che al pari di un emerodromo dei tempi andati, corra (manco a dirlo) per l'eternità, senza limiti. Ma che a differenza di un pendolo, che costantemente e perpetuamente impiega lo stesso tempo per percorrere lo stesso spazio, esso migliori ad ogni LAP.
Scherzi a parte, stanotte riflettevo, ed i miei amici più cari sanno quanto io rifletta di notte, sui limiti legati al running, distinguendoli in differenti gruppi.
Esisteno i limiti fisici, dettati dalla propria condizione e dall'amor proprio, nel non voler, esagerando, rischiare di appendere le scarpe al chiodo.
Poi ci sono i limiti imposti, dettati dagli impegni che uno ha: mi capita spesso, infatti, di riuscire a correre solo nel periodo di pausa che riesco a prendermi durante la palestra o il catechismo dei miei figli e spesso vado a prenderli ancora tutto sudato e provato, sembrando un SAGITTARIO (metà uomo e metà cavallo, soprattutto nell'odore) agli occhi dei tanti. Ma oltre alle imposizioni familiari (sulle quali non mi dilungo ben oltre onde evitare ripicche coniugali) esistono anche le imposizioni dovute alle condizioni meteo. Su queste, spesso, riesco ad essere più vincente.
Esistono poi i limiti mentali. Spesso, all'inizio della mia avventura "runnistica" tali limiti erano rappresentati dal dover misurare il tempo, la distanza, l'intensità. Naturalmente è inutile dirvi che li ho tutti superati, ma è un percorso che viene da solo, spontaneamente.
Il mio limite attuale invece sapete qual'è:  fare una maratona. Ancora non ho deciso quando ma credo che, spontaneamente, anche l'essere che vaga per l'universo passerà da me e mi costringera a superarlo, il limite naturalmente. Cosa avevate capito?
Mario Filazzola /¥\

giovedì 5 gennaio 2012

RUNNING IN ROME

Circa una anno fà, per una strana congiunzione astrale, riesco a segnalarmi per la frequenza di un corso da svolgersi nella capitale, Roma. Bene, per chi non lo sapesse già, questa grande città ha ospitato per ben 3 lustri (quindici anni per coloro che non hanno a portata di mano la calcolatrice) il sottoscritto. Naturalmente in quel periodo non correvo: le uniche corse erano quelle della mattina per arrivare in orario al lavoro, ovvero uscire alle 06:15 di casa per arrivare entro le 08:00 in ufficio (che distava dalla mia casettina "solo" 20 km romani).
Quale occasione allora per recuperare il tempo perso? Scarpettine e completino invernale in valigia e via, si parte.
Il secondo giorno di permanenza studio il percorso: dai pressi della stazione Termini, ove risiedevo, raggiungo Villa Borghese attraverso Corso Italia (Muro Torto).
Beh: con un tempo che sembrava maggio anzichè febbraio ed una enorme quantità di podisti, tutti un pò iPodizzati come me del resto, mi sembrava di essere nel paradiso dei runners! Ho fatto ben 13 km intervallati da continue soste che, dando retta alla media, hanno fatto della prestazione una completa schifezza, ma vi assicuro che correndo ho visto più cose in quell'oretta che in tutto il periodo da NORMOPODATO passato in quella, più che mai da allora, stupenda città.
Sarà un caso che stò investendo un sacco del mio tempo nell'organizzare la trasferta per la mezza ROMA-OSTIA del 26 febbraio pv? A voi la risposta.
Mario Filazzola /¥\
 percorso
 Laghetto di Villa Borghese

veduta di Piazza di Spagna da Trinità dei Monti

mercoledì 4 gennaio 2012

RUN DIFFERENT.

Mi ispiro liberamente ed indegnamente ad un motto storico per descrivervi le differenti sensazioni provate nei 2 giorni clou di queste festività appena passate.
Il giorno di Natale, uscito alle 7:30 sotto una leggera pioggerellina, si notava il fermento in mezzo alla strada della gente impegnata a raggiungere le diverse chiese o a portare i primi auguri tra i parenti e conoscenti. In realtà c'era anche qualcuno che trasportava sulle barre portatutto sedie e tavolini usati la notte precedente: probabilmente la tribù si stava spostando di casa.
Chiunque incrociasse il mio sguardo accenava ad un augurio, fatto fugacemente ma quasi obbligatorio, non preoccupandosi di mascherare quel sano senso di stupore nel vedere un folle (ero l'unico quel giorno) correre alle 7:30 della mattina di Natale, pergiunta sotto la pioggia che, nel frattempo, era aumentata copiosamente.
Il giorno di Capodanno, partenza leggermente ritardata: ore 9:00. Nonostante l'orario, strade desolate. Nessun incontro per le strade, solo lo slalom tra i residui dei botti scoppiati la sera precedente. Avevo provato la stessa sensazione l'anno precedente, solo che incontrai uno spazzino che ripuliva quanto era nelle sue possibilità ed una signora che correva intorno allo stadio: ad entrambi porsi i miei auguri. Fortunatamente stavolta non sono solo e gli auguri possono cominciare. Siamo un bel gruppo, ma non tutti partiamo: un amico podista è venuto li solo per gli auguri. Sono queste le cose che ti fanno sentire gratificato.
Giornata fantastica di pieno sole: si parte.
Al ritorno, dal ponte del Carraro delle Vacche, si vedono nettamente i 2 seni del Mar Piccolo e a loro attaccati, come se fosse un presepio, i Monti della Calabria innevati: che spettacolo. Lo sò che non sono i Monti della Calabria ma il Pollino della Basilicata, ma a noi ci piace chiamarli così, forse anche per credere di guardare lontano, ben oltre. Non è questo un bel modo per proseguire su questa lunga strada che è la vita? Come si dice: RUN DIFFERENT!
Mario Filazzola /¥\
ps: il brindisi, sotto, è per tutti voi. AUGURI.

martedì 3 gennaio 2012

TWOTHOUSANDANDELEVEN

L’anno che è passato è un anno che per alcuni versi vorrei dimenticare (bieca utopia) ma che per altri vorrei portare nel cuore.
Ho deciso di protendere per la seconda opzione ed, inevitabilmente, nominare la corsa come la cosa più bella che mi sia accaduta.
In questo ormai “andato” anno ho percorso 1.850 chilometri in 145 ore 24 minuti e 27 secondi che, se a qualcuno interessa, fanno 4:45 di media. Ho cambiato inoltre 4 paia di scarpe, alternandole 2 per volta.
Freddi numeri che esternati così, senza un preambolo, sembrerebbero descrivermi come il classico piacione romano (consentitemi amici laziali), ma che arricchiti da ciò che stò per parteciparvi, assumono una connotazione profondamente umana.
In questo anno ho conosciuto un sacco di persone per lo più podisti (molti divenuti amici), posti della Puglia sempre nominati e mai visitati (neanche il miglior tour operator avrebbe saputo far meglio) ed un mondo “parallelo” fatto di persone, comitati organizzativi e “paesi” impegnati nel ben figurare (ne trarrebbe vantaggio l’intero paese Italia ad adottare tale coinvolgimento). Seppur tutti questi elementi siano tantissimi, giuro che conservo nel mio cuore (“passo o passo” o “palmo a palmo” come preferite che sia) ogni singolo momento.
Ho imparato a vincere le insicurezze e a leccare le ferite causate dalle sconfitte, senza assaporarne il gusto amaro ed agre. Ho imparato a riconoscere le persone dalla postura che assumono nel correre, come impronte digitali in movimento, anche solo a guardarle un solo istante. Ho imparato a distinguere i rumori della natura, tra fruscii e versi degli animali. Ho imparato a riconoscere i gemiti ed i sospiri di chi mi correva alle spalle durante le gare. Ho imparato che nel momento del voler mollare, devi stringere i denti e devi SPINGERE oltre ogni ragionevole razionalità. Solo così potrai superare i tuoi limiti, e quindi te stesso! E, soprattutto, ho apprezzato la commistione tra sangue e sudore: ti fanno sentire vivo.
E tutto ciò lo devo alla corsa, l’unica passione, oltre ai miei figli, che la vita mi ha donato. Spero e mi auguro vivamente di poter continuare a far parte di questo mondo per molto e molto tempo ancora.
A tutti coloro che non condividono tale mio attaccamento o che lo considerino un vezzo dell’età o, alla stregua di quanto detto da Linus nel suo ultimo libro, un modo per riempire il vuoto motivazionale, dico: mi auguro che anche voi troviate un modo per sentirvi in salute, emotivamente carichi e soprattutto mettere alla prova CONTINUAMENTE se stessi come ho fatto io grazie alla corsa!
Per ultimo, ma non per questo meno importante, correre mi ha fatto smettere di fumare, dopo più di 20 anni di tabagismo.
Ringrazio infine la mia famiglia, mia moglie per ottemperare la domenica alle numerose incombenze colmando le mie assenze dovute alle gare, ed i miei figli per i continui sproni che mi danno. Almeno in questo siamo una bella squadra.

Auguri a tutti e BUONA CORSA per il 2012.
Mario Filazzola /¥\

WELCOME ABOARD

Salve a tutti. Sono Mario Filazzola, un amante della corsa tanto da farne elemento principale della propria vita.
Come accennato ad i miei amici podisti, ho creato un blog che avrà come linfa vitale un unico argomento: la corsa.
Essere un runner non significa essere solamente persone capaci di correre per 10 km continuativi o fare 6 maratone in un anno, oppure correre a 3:30 o riuscire ad arrivare alla fine di una gara anche con un infortunio.

Essere RUNNER significa anche essere uomini che provano emozioni, pensieri e sensazioni legate alla corsa e che devono, a mio modesto modo di vedere le cose, essere ESPRESSE E CONDIVISE e non per parteciparle egoisticamente alla platea che ascolta, ma per far si che le espressioni delle proprie emozioni sia quel valore aggiunto che spesso manca tra chi macina chilometri e chilometri, spesso insieme.

Se anche tu credi di condividere quanto da me esternato, mi farebbe piacere che seguissi questo blog con la certezza che il  tuo contributo porterà a farlo crescere e conoscere tra i tanti amanti di questo sport.

Nel frattempo BUON ANNO A TUTTI
Mario Filazzola /¥\