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martedì 3 gennaio 2012

TWOTHOUSANDANDELEVEN

L’anno che è passato è un anno che per alcuni versi vorrei dimenticare (bieca utopia) ma che per altri vorrei portare nel cuore.
Ho deciso di protendere per la seconda opzione ed, inevitabilmente, nominare la corsa come la cosa più bella che mi sia accaduta.
In questo ormai “andato” anno ho percorso 1.850 chilometri in 145 ore 24 minuti e 27 secondi che, se a qualcuno interessa, fanno 4:45 di media. Ho cambiato inoltre 4 paia di scarpe, alternandole 2 per volta.
Freddi numeri che esternati così, senza un preambolo, sembrerebbero descrivermi come il classico piacione romano (consentitemi amici laziali), ma che arricchiti da ciò che stò per parteciparvi, assumono una connotazione profondamente umana.
In questo anno ho conosciuto un sacco di persone per lo più podisti (molti divenuti amici), posti della Puglia sempre nominati e mai visitati (neanche il miglior tour operator avrebbe saputo far meglio) ed un mondo “parallelo” fatto di persone, comitati organizzativi e “paesi” impegnati nel ben figurare (ne trarrebbe vantaggio l’intero paese Italia ad adottare tale coinvolgimento). Seppur tutti questi elementi siano tantissimi, giuro che conservo nel mio cuore (“passo o passo” o “palmo a palmo” come preferite che sia) ogni singolo momento.
Ho imparato a vincere le insicurezze e a leccare le ferite causate dalle sconfitte, senza assaporarne il gusto amaro ed agre. Ho imparato a riconoscere le persone dalla postura che assumono nel correre, come impronte digitali in movimento, anche solo a guardarle un solo istante. Ho imparato a distinguere i rumori della natura, tra fruscii e versi degli animali. Ho imparato a riconoscere i gemiti ed i sospiri di chi mi correva alle spalle durante le gare. Ho imparato che nel momento del voler mollare, devi stringere i denti e devi SPINGERE oltre ogni ragionevole razionalità. Solo così potrai superare i tuoi limiti, e quindi te stesso! E, soprattutto, ho apprezzato la commistione tra sangue e sudore: ti fanno sentire vivo.
E tutto ciò lo devo alla corsa, l’unica passione, oltre ai miei figli, che la vita mi ha donato. Spero e mi auguro vivamente di poter continuare a far parte di questo mondo per molto e molto tempo ancora.
A tutti coloro che non condividono tale mio attaccamento o che lo considerino un vezzo dell’età o, alla stregua di quanto detto da Linus nel suo ultimo libro, un modo per riempire il vuoto motivazionale, dico: mi auguro che anche voi troviate un modo per sentirvi in salute, emotivamente carichi e soprattutto mettere alla prova CONTINUAMENTE se stessi come ho fatto io grazie alla corsa!
Per ultimo, ma non per questo meno importante, correre mi ha fatto smettere di fumare, dopo più di 20 anni di tabagismo.
Ringrazio infine la mia famiglia, mia moglie per ottemperare la domenica alle numerose incombenze colmando le mie assenze dovute alle gare, ed i miei figli per i continui sproni che mi danno. Almeno in questo siamo una bella squadra.

Auguri a tutti e BUONA CORSA per il 2012.
Mario Filazzola /¥\

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