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venerdì 6 gennaio 2012

LIMITLESS

Mi piace immaginare che esista, in qualche luogo, dell'universo, un essere che al pari di un emerodromo dei tempi andati, corra (manco a dirlo) per l'eternità, senza limiti. Ma che a differenza di un pendolo, che costantemente e perpetuamente impiega lo stesso tempo per percorrere lo stesso spazio, esso migliori ad ogni LAP.
Scherzi a parte, stanotte riflettevo, ed i miei amici più cari sanno quanto io rifletta di notte, sui limiti legati al running, distinguendoli in differenti gruppi.
Esisteno i limiti fisici, dettati dalla propria condizione e dall'amor proprio, nel non voler, esagerando, rischiare di appendere le scarpe al chiodo.
Poi ci sono i limiti imposti, dettati dagli impegni che uno ha: mi capita spesso, infatti, di riuscire a correre solo nel periodo di pausa che riesco a prendermi durante la palestra o il catechismo dei miei figli e spesso vado a prenderli ancora tutto sudato e provato, sembrando un SAGITTARIO (metà uomo e metà cavallo, soprattutto nell'odore) agli occhi dei tanti. Ma oltre alle imposizioni familiari (sulle quali non mi dilungo ben oltre onde evitare ripicche coniugali) esistono anche le imposizioni dovute alle condizioni meteo. Su queste, spesso, riesco ad essere più vincente.
Esistono poi i limiti mentali. Spesso, all'inizio della mia avventura "runnistica" tali limiti erano rappresentati dal dover misurare il tempo, la distanza, l'intensità. Naturalmente è inutile dirvi che li ho tutti superati, ma è un percorso che viene da solo, spontaneamente.
Il mio limite attuale invece sapete qual'è:  fare una maratona. Ancora non ho deciso quando ma credo che, spontaneamente, anche l'essere che vaga per l'universo passerà da me e mi costringera a superarlo, il limite naturalmente. Cosa avevate capito?
Mario Filazzola /¥\

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