Informazioni personali

mercoledì 23 maggio 2012

THE ONSET..... Part One (1)

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Le emozioni legate a questo evento sono talmente grandi e tante che ho deciso di suddividere il post in più  parti.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Data: 13 maggio 2012.
Ora: 09.00 Zulu
Coordinate: 50°04′00″N 14°25′00″E.
Temperatura: 5° Celsius.
Condimeteo: sereno.
Vento: 12-17 Nodi
Sono qui, a Praga.
Una delle maratone più belle d'Europa stà per iniziare. Il clima della gara è diverso da quelle cui sono abituato. Tutto è disciplinato, tutto organizzato, tutto è preciso.
Che bello: e mi illumino d'immenso.
Mi cambio e raggiungo il mio gate d'accesso (E). Con somma sorpresa, in mezzo ai 9000 partecipanti, mi incontro con i 4 podisti pugliesi, alberobellesi, conosciuti sul volo di andata. Mi sento meno solo.
Nella fredda mattinata scorgo bandiere di ogni nazione e colgo frasi in lingue a me non note: è una maratona prettamente internazionale. Mi trovo nei pressi dei bagni chimici. Una capatina mi tocca. anche qui mi colpisce la fila disciplinata, nonostante l'enorme afflusso. Cominciano a volare i palloncini: una musica si ode in lontananza. Siam partiti.
A passo lento mi incammino verso la partenza. Alzo lo sguardo e su un balcone vedo una signora anziana che con il bianco della sua età mi guarda e sorride. Mi ricorda la mia adorata nonna paterna. Rispondo con reverenziale affetto e con un bacio accennato mi congedo da lei.
La marea di gente mi "spinge" nei pressi della partenza. cerco con gli occhi mia moglie, posizionata li da qualche parte con l'obiettivo pronto a cogliere l'attimo. Inutile: la folla avrà inghiottito anche lei. Ci siamo, sento il bip del mio chip ed in automatico "schiaccio l'orologio", come dice un mio amico. L'avventura ha inizio.
Si attraversa la Moldava: per tanti versi mi ricordo Roma. Al raggiungimento della strada sul lato opposto, si erge una collina "AVATARIANA": un verde ricolmo di tanti colori sgargianti, i colori dei podisti fermatisi su di essa per espletare quei "veloci" bisogni fisiologici. Mio malgrado mi associo, divenendo anch'io uno di quei tantissimi puntini in movimento.
A seguire, tra il 3° ed il 4°, si ripassa sull'altra "riva" attraverso il Ponte Carlo. Inutile descrivervi lo scenario.
Si sale a Nord est della città, sul percorso tutto articolato lungo il fiume. I ristori ed i punti di spugnaggio con acqua situati ogni 2,5 km scandiscono il ritmo dei miei passi. Sino al 10° 5'00'' netti. Il tracciato è semplice ma insidioso: diversi "San Pietrosky" sollevati (sono i parenti cechi dei nostri ben più noti sampietrini), cordoli a protezione delle rotaie dei tram e segnalatori catarifrangenti pre fermate autobus. E proprio su uno di questi che un atleta alla mia sinistra è inciampato, cadendo e sbattendo dapprima le ginocchia e poi il volto. Mi ha colpito molto il fatto che al mio "Are you ok?" mi abbia risposto, prima di alzarsi e continuare nonostante il sangue gli ricoprisse il volto, "Yes, Yes. Go". Scosso da questo evento, da li in poi i miei occhi sono rimasti fissati quasi sempre per terra.
Agli angoli delle strade diverse band suonavano motivi a volte ignoti, a volte conosciuti: è un buon metodo per accompagnare le fatiche di una maratona. Questo tratto è in continua leggera salita con attraversamenti di sottopossaggi stradali. I cartelli con su scritto 37° - 38° e così via mi fanno capire che dovrò riaffrontare questo pezzo di tracciato nuovamente nella fase più importante della gara: il finale.
Si riattraversa il centro. Un fiume di gente ci accoglie festosa. Credo che l'entusiasmo derivi anche dal fatto che muovendosi ci si riscalda. Fà freddo. L'errore fatto all'8° di bagnarmi le mani con la spugna ha fatto si che la mia mano destra, infreddolita, fosse soventemente percorsa da quella sensazione di addormentamento che mal si prestava alla circostanza. Sciogliendo le dita e mettendo la mano sotto la maglietta, riesco a tamponare il problema.
Al 16° scopro che c'è qualcuno che ha già fatto il giro di boa: loro sono al 24° e nn è il gruppo di testa. Quello è già passato da lì 8 minuti prima. Io viaggio intorno ai 5'00'', gli atleti che alla mia destra vengono in senso contrario vanno a 3'20''. Ancora lucido, nonostante sia esterefatto, gli porgo il mio applauso.
Mi godo la musica. Sono al 17°. "Three little birds" di Bob Marley continua a riecheggiare nei meandri del mio io. Sono talmente assorto che non mi accorgo provenire dalla mia destra un yipo mezzo punk post comunista che con decisione, nell'intento di attraversare la strada e volere a tutti costi la precedenza, mi incunea i suoi 2 pugni nel fianco, facendomi spostare sino a sbattere contro un atleta alla mia sinistra, apostrofandomi, in un linguaggio a me incomprensibile, parole di sicuro non dolci. Rispondo per le rime nel miglior dialetto pugliese che io conosca e, consolato dal collega coinvolto anche lui suo malgrado nell'episodio, proseguo nel mio obiettivo: terminare la maratona.



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
« In fondo alla Moldava vanno le pietre, sepolti a Praga riposano tre re. A questo mondo niente rimane uguale, la notte più lunga eterna non è. »



Nessun commento:

Posta un commento